Alterazioni

Alterazioni/disbiosi

Qualsiasi squilibrio, chiamato anche disbiosi, nel microbioma è associato all’insorgenza e alla progressione di una serie di condizioni croniche come la sindrome dell’intestino irritabile, le malattie infiammatorie intestinali, l’obesità, le malattie immunomediate, i disturbi metabolici, il cancro, le infezioni e persino i disturbi psicologici. Di conseguenza, negli ultimi anni è cresciuto l’interesse del ruolo che assume il microbiota intestinale nella salute e nella malattia.

La disbiosi può derivare dall’ambiente, dall’alimentazione, dalle malattie e da alcuni farmaci.

Ambiente

La ricerca ci permette di comprendere meglio come l’ambiente sia uno dei principali fattori di variabilità del microbioma. Il tratto orodigestivo e l’apparato respiratorio sono le principali vie d’ingresso per l’ambiente esterno in grado di influenzare il microbioma umano. Sia i fattori macroambientali, quali tossine e sostanze chimiche, sia i cambiamenti climatici e il calore estremo possono portare a cambiamenti fisiologici che possono favorire alcuni microbiota ambientali. Anche le comunità batteriche e fungine dell’ambiente in cui viviamo possono essere coinvolte nei cambiamenti del microbiota. Si ritiene che i fattori socioeconomici abbiano un impatto sul microbioma dovuto a un limitato accesso alle cure mediche e dentistiche e a una ridotta pratica alimentare sana e di esercizio fisico. Inoltre, il nostro contributo al microambiente, come il fumo, l’alcol, la dieta e l’igiene personale, può modificare l’equilibrio del microbioma in uno stato più o meno sano.

Età e malattie

I ‘batteri sani’ tipo Bifidobatteri e Lactobacilli sono spesso meno abbondanti nei soggetti di età superiore ai 60 anni e in quelli affetti da patologie croniche come il diabete, l’obesità e le malattie cardiache. Questa disbiosi può rendere l’intestino più suscettibile alle infezioni, alle infiammazioni e alle malattie autoimmuni tipo il morbo di Crohn e la colite ulcerosa.

La fragilità degli anziani, la mancanza di esercizio fisico, le malattie croniche e i farmaci prescritti, in particolare gli psicofarmaci e gli antipertensivi, influenzano fortemente il microbioma intestinale. Qualsiasi disbiosi può avere un impatto sull’asse intestino-cervello, una via di segnalazione biochimica bidirezionale tra il tratto intestinale e il sistema nervoso centrale. Non sorprende che nell’intestino dei pazienti affetti da Alzheimer si riscontri spesso uno stato di disbiosi.

L’effetto del microbiota sull’asse intestino-cervello è noto anche per influenzare i disturbi legati all’umore. È stato osservato che esiste un’elevata comorbilità nella depressione e nell’ansia nelle persone affette da malattie intestinali.
Lo stress è comunemente seguito da depressione e ansia. Tuttavia, non tutti gli individui che hanno sperimentato lo stress hanno successivamente conseguenze emotive negative e vengono considerati resilienti allo stress. Esiste una crescente documentazione che dimostra che questa resilienza allo stress è legata a un equilibrio favorevole del microbiota intestinale.

Farmaci

Gli antibiotici ad ampio spettro riducono la diversità del microbiota intestinale, distruggendo il patogeno in questione ma anche i microrganismi commensali. Questo rimodellamento del microbiota intestinale influisce sulla regolazione immunitaria e sulle attività metaboliche, con conseguente aumento della suscettibilità alle infezioni da agenti patogeni come il Clostridium difficile. Per di più, l’uso eccessivo di antibiotici ha portato a una crisi globale di resistenza agli antibiotici.

Alcuni farmaci influenzano il microbioma intestinale, che può metabolizzare i farmaci trasformandoli appunto in svariati metaboliti. Questa relazione bidirezionale può aiutare a spiegare le differenti reazioni delle persone allo stesso farmaco. Anche l’interazione tra i microbi intestinali e i farmaci non antibiotici comunemente utilizzati ha suscitato un notevole interesse. Farmaci come gli antinfiammatori non steroidei, le statine, gli antipsicotici e gli antidolorifici possono alterare il microbioma intestinale. Si stima che fino al 25% di tutti i farmaci non antibiotici sopprimano la crescita di almeno un batterio.
Alcuni farmaci, come la metformina per il trattamento del diabete di tipo II, mostrano una maggiore efficacia quando vengono somministrati per via orale ma non per via endovenosa, indicando un ruolo terapeutico cruciale del tratto gastrointestinale. Gli effetti collaterali di molti farmaci includono sintomi gastrointestinali. Per questo motivo, sono in corso numerosi studi clinici per studiare il ruolo dei farmaci nella regolazione del microbioma intestinale e nel miglioramento dell’efficacia di farmaci e biofarmaci.

Approfondisci

  • Ahn J, Hayes RB. Environmental Influences on the Human Microbiome and Implications for Noncommunicable Disease. Annu Rev Public Health. 2021 Apr 1;42:277-292. doi: 10.1146/annurev-publhealth-012420-105020. PMID: 33798404
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